La frattura del femore nell’anziano

La figura dell’operatore sociosanitarioLa frattura del femore nell’anziano

La frattura del femore è frequente nella popolazione anziana tra i 70 e 90 anni. E’ più frequente nella donna rispetto all’uomo. Nell’anziano con patologie associate aumenta la frattura di femore aumenta il rischio di morte. 

In Italia, ogni anno si verificano nella popolazione anziana circa 100mila fratture da fragilità del collo del femore. In Sardegna, si stima che ogni anno si verifichino almeno mille casi di frattura di femore, con una netta prevalenza tra la popolazione femminile.

La causa può essere una caduta o anche un semplice movimento di torsione. 

Perchè e come si frattura il femore

Con l’età la densità delle ossa si modifica, l’osso diventa così più soggetto alla frattura a seguito di trauma anche modesto oppure spontaneamente, per la presenza di osteoporosi. IL femore è un osso lungo che unisce l’anca al ginocchio esso si può rompere in diversi punti, la frattura può essere scomposta o composta. Quando la frattura è  composta le due estremità dell’osso fratturato sono allineate, ciò non avviene nella frattura scomposta. 

Sintomi della frattura del femore

I sintomi della frattura del femore sono facilmente riconoscibili, dopo la caduta insorge dolore violento e improvviso che può irradiarsi anche all’inguine e che può interessare l’intero arto. Il soggetto avrà difficoltà a stare in piedi e a muovere la gamba e l’arto si presenterà leggermente accorciato. Sull’area compariranno  gonfiore e lividi.

Una radiografia confermerà la diagnosi.

Il trattamento chirurgico della frattura

Il 90% delle fratture del femore va trattata chirugicamente. L’intervento è differente a seconda della frattura. In alcune fratture può essere necessario l’applicazione di un chiodo o di una placca , in altre è necessaria una protesi. 

L’incremento della mortalità dopo una frattura del femore può essere dovuta a complicanze quali embolia polmonare, infezioni post-operatorie o scompenso cardiaco. Le complicanze sono più frequenti nei pazienti fragili e/o con comorbilità. Le linee guida internazionali suggeriscono l’intervento entro le 48 ore dall’evento al fine di ridurre l’incidenza  di complicanze. 

Prima dell’intervento il paziente viene valutato da una equipe multidisciplinare, che comprende ortopedico, cardiologo, anestesista e altri specialisti se necessario. Se ritenuto idoneo all’intervento verranno eseguiti esami del sangue, visita cardiologica e visita anestesiologica  e preprarato per l’intervento chirugico.

Dopo l’intervento il paziente verrà controllato e monitorato al fine di  evitare l’insorgere di complicanze.

L’assistenza dopo una frattura di femore

Nell’immediato post-operatorio e  successivamente, il paziente presenta numerosi bisogni assistenziali. Medici, Infermieri e Oss e fisoterapisti, ognuno per gli ambiti di propria competenza risponderanno ai bisogni semplici e complessi del paziente con le seguenti attività:

  • Gestione del dolore post-operatorio
  • Monitoraggio dei parametri vitali
  • Somministrazione delle terapie
  • Cure igieniche
  • Mobilizzazione precoce e cambi posturali
  • Definizione del progetto riabilitativo individuale (fisiatra)
  • Riabilitazione
  • Addestramento all’uso di deambulatore e altri ausili per la mobilizzazione
  • Addestramento all’uso delle calze anti-trombo

Quando i medici riterranno l’assistito stabile clinicamente, procederanno alla dimissione. Sono possibili solitamente tre scenari, l’assistito:

  1. dispone di supporto assistenziale adeguato ( famiglia) viene dimesso al proprio domicilio con programma di riabilitazione a domicilio.
  2. Può rientrare subito al proprio domicilio ma che può effettuare un supporto riabilitativo minimo, viene dimesso in una struttura di lungodegenza.
  3. Non può rientrare subito al proprio domicilio ma che può effettuare trattamento riabilitativo intensivo ( 3 H/die) o estensivo ( 1 H/die) viene trasferito in struttura riabilitativa di II o I Livello.

Dopo la dimissione è previsto un controllo radiografico entro i 30 giorni.

La dimissione al proprio domicilio è sempre preferibile (quando possibile) perchè l’assistito potrà contare su un ambiente familiare che gli dà conforto e sicurezza.

Dopo il rientro al proprio domicilio potrebbe essere necessario l’aiuto di una assistente familiare o di un Operatore sociosanitario.  Potrebbero essere necessari  ausili per la movimentazione come il deambulatore e  in alcuni casi un letto articolato, per poter assistere al meglio l’assistito. 

La riabilitazione 

Tutte le fratture del femore devono essere inserite in un programma di riabilitazione precoce. Fin dalla prima giornata si raccomanda la riabilitazione che inizia in ospedale e prosegue a domicilio o in struttura riabilitativa. La stazione eretta se possibile fin dalla 1° -2° giornata. stazione eretta.  Il paziente rimane in ospedale pochi giorni poi viene dimesso o trasferito in strutture  di riabilitazione o in strutture di lungodegenza. A cagliari alcune case di cura hanno a disposizione posti letto di riabilitazione. 

L’obiettivo della riabilitazione riportare l’assistitito ad una buona condizione di salute fisica. Il recupero dopo la riabilitazione dipende da molti fattori, per esempio il tipo di frattura, l’età o  le patologie associate. Alcuni soggetti riescono a recuperare totalmente, altri possono avere necessità di ausili come stampelle o deambulatori. L’iter riabilitativo dura mediamente  3-4 mesi. 

Le conseguenze a lungo termine

La frattura del femore nell’anziano ha un impatto sociale e familiare importante. Dopo una frattura vi è un incremento della istituzionalizzazione e una riduzione dell’autosufficienza.  

La caduta  con o senza frattura del femore, determina spesso un peggioramento significativo della qualità della di vita. Insorge frequentemente la paura di cadere  e questa determina ridotta attività motoria, isolamento sociale, declino cognitivo e recidive di caduta.

Come prevenire la frattura del femore

Possiamo ridurre il rischio di frattura nell’anziano agendo su alcuni  fattori clinici e ambientali  e sullo stile di vita.  Il geriatra o il medico di famiglia potrà consigliare esami per valutare la presenza di osteoporosi ed eventualmente prescrivere una terapia specifica. La vita all’aria aperta e l’alimentazione ricca di calcio e vitamina D manterranno più a lungo la buona salute delle ossa. 

E’ importante indossare scarpe con tacchi bassi e suole antiscivolo, in casa è utile  eliminare i tappeti, soprattutto da camere, corridoi e bagni, eliminare ostacoli.

 Ortomed insieme alle altre società scientifiche che dal 2011 promuovono la Campagna “Stop alle Fratture”  propone questa guida pratica “Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli per non ricascarci” 

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