Il processo di invecchiamento è un processo che interessa tutti noi, esso è un processo individuale e soggettivo. Il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie rispetto al passato e la curabilità di molte malattie ha sicuramento migliorato questo processo, ma nello stesso tempo l’allungamento della vita ha contribuito alla necessità di maggiore di assistenza e cura e la nascita di nuovi bisogni.
In Italia la percentuale degli ultrasessantacinquenni è rappresentata dal 15% della popolazione. Secondo una previsione ISTAT, nel 2030 gli ultrasessantacinquenni
saranno 14,4 milioni e cioè il 27% della popolazione totale.
Il processo di invecchiamento
La persona con l’aumentare dell’età diventa sempre più fragile e soggetta ad ammalarsi. Tradizionalmente sono considerati i 65 anni come l’inizio della vecchiaia. Mentre l’aspettativa di vita, in generale, è intorno agli 85 anni. Tutti gli organi risentono in diversa misura all’invecchiamento, avvengono quindi cambiamenti fisici e mentali che sono fisiologici. Una dieta sana, l’ attività fisica regolare e l’esercizio mentale mantengono più a lungo in buona salute.
Cambiamenti fisiologici che insorgono con l’aumentare dell’età sono per esempio cambiamenti dell’umore, si tende maggiormente alla depressione, . Viene meno la capacità di adattamento e di reazione alle situazioni. Si osserva una riduzione della densità delle ossa e questo le rendono più fragili e più facili alla frattura, un incurvamento della colonna e un indebolimento di muscoli e legamenti. L’invecchiamento causa anche riduzione della vista e dell’udito e del gusto, difficoltà nella digestione di alcuni alimenti. Anche i reni, il cuore, il sistema endocrino e immunitario risentono dell’invecchiamento. Questo processo porta già di per se ad una graduale riduzione dell’autonomia e dell’autosufficienza, ad un maggior rischio di cadute e/o incidenti domestici. Con l’invecchiamento insorgono malattie come l’ipertensione, l’osteoporosi, il diabete, demenze.
I nuovi bisogni
Tradizionalmente in Italia e in Sardegna in particolare, l’ assistenza dell’anziano è prevalentemente a carico sulla famiglia. Questa tendenza però che sta cambiando, i figli sono sempre più costretti a richiedere aiuto all’esterno o richiedere l’accoglimento in casa di riposo per rispondere ai molteplici bisogni dell’anziano.
Bisogni sociali e psicologici
L’ anziano vive molti cambiamenti sia nei confronti della famiglia e della società ma anche nel proprio fisico. La perdita di autonomia funzionale, richiede energie e risorse per adattarsi e accettare la nuova condizione. Egli è a maggior rischio di sperimentare la perdita di persone care, malattie e invalidità rendono difficile stabilire nuove relazioni e amicizie. Perdita di ruolo lavorativo, sociale e familiare può essere alla base di senso di esclusione e inutilità.
Tutto ciò può portare l’anziano a provare disagio interiore e depressione. La solitudine e la depressione rende ancora più rapido il decadimento fisico e cognitivo. La depressione nell’anziano porta a sintomi quali l’insonnia o ipersonnia, astenia, bassa autostima, difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni e sentimenti di disperazione.
Rappresenta quindi un bisogno sociale e psicologico dell’anziano da non sottovalutare, quello di mantenere un ruolo sociale attivo, svolgere attività gratificanti e approfondire interessi.
Bisogni alimentari
L’età influenza il fabbisogno energetico, l’anziano ha una progressiva riduzione della massa muscolare e delle attività fisiche e del metabolismo basale.
L’alimentazione dell’anziano dovrebbe tenere conto di diversi fattori: il fabbisogno energetico e le patologie concomitanti ma anche la gradevolezza del gusto e della vista. Un corretto regime alimentare dovrà essere equilibrato, vario e completo di tutti i principi nutritivi, ricco di vitamine quali la vitamina D e B12 e l’acido folico ma anche di oligoelementi quali magnesio, ferro, zinco calcio.
Frequentemente l’anziano presenta inappetenza e difficoltà ad alimentarsi correttamente a causa delle difficoltà nella masticazione o della digestione lenta o delle difficoltà. Altre cause che entrano in gioco possono essere problematiche sociali e/o economiche e/o di autonomia funzionale. Queste situazioni possono rendere difficile fare la spesa o cucinare.
Altrettanto importante nell’anziano è la idratazione, spesso egli non avverte lo stimolo della sete oppure non è in grado di bere autonomamente. E’ importante stimolare l’anziano a bere almeno 5 bicchieri di acqua al giorno.
Per approfondire questo aspetto, una bella guida all’alimentazione dell’anziano è il quaderno “Aspetti di educazione alimentare per anziani – dell’Anteas Milano -Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà.
Bisogni di movimentazione
Stare in piedi, camminare, correre, saltare. Tutte azioni che con l’avanzare dell’età diventano sempre più difficili da compiere. . Le persone anziane incontrano più difficoltà nella deambulazione a causa delle riduzione della massa muscolare e della tonicità,
I muscoli sono meno compatti e meno forti, non riescono perciò a contrarsi abbastanza e diventano incapaci di sostenere il peso del corpo. Questo processo è fisiologico ma accellera e si accentua in caso di immobilità o sedentarietà.
L’ esercizio fisico, invece, permette di preservare il più a lungo possibile l’autonomia funzionale e mantenere una buona qualità della vita. L’esercizio fisico nella terza età controlla l’epertensione, la glicemia e i il profilo lipidico e previene malattie dovute all’invecchiamento. Inoltre migliora l’equilibrio e riduce il rischio di cadute
Per approfondire sull’argomento attività fisica e salute negli anziani vai al sito dell’ epicentro
Il bisogno di sicurezza
Per le ragioni già ampiamente esposte, l’invecchiamento determina un aumento di rischio di cadute. Le cadute possono avere conseguenze più o meno gravi. Conseguenze non gravi sono lividi e distorsioni, conseguenze gravi sono fratture, lesioni organi interni e ferite profonde. Secondo alcuni studi riportati sul sito dell’istituto superiore di sanità, il 5% delle cadute esita in fratture. Le fratture più frequenti sono quelle al femore e all’anca.
Una frattura comporta spesso il ricovero in ospedale e un periodo più o meno lungo di riabilitazione. In un anziano questo può avere un effetto domino deleterio. Alcuni anziani, infatti, non essendo in grado di ritornare a camminare come prima in tempi brevi, perdono fiducia in sé stessi e cadono in depressione. Questo atteggiamento negativo rende ancora difficile la riabilitazione e può essere alla base del suo fallimento.
Una caduta anche senza conseguenze fisiche, lascia nell’anziano delle conseguenze piscologiche quali la paura di cadere o di non riuscire più a camminare in modo autonomo.
E’ importante quindi utilizzare strategie per rendere l’ambiente di vita sicuro, prestando attenzione agli ostacoli e all’illuminazione. Intervenire su aspetti quali il sonno e il riposo. Favorire se necessario l’uso di ausili per la deambulazione. Verificare che l’utente indossi un abbigliamento e le calzature adeguate.
Il progetto “invecchiare sicuri”
Il progetto “invecchiare sicuri” offre un supporto proattivo all’anziano autosufficiente o con situazioni di generica fragilità.
Infermieri con esperienza specifica che partendo dalla presa in carico della persona possono predisporre un piano assistenziale personalizzato, che mira a promuovere la salute attraverso il costante monitoraggio mediante visite domiciliari e contatti telefonici e interventi specifici necessari.
Il Piano assistenziale individualizzato prenderà in considerazione tutti i bisogni della persona: di sicurezza, di socializzazione, di movimento, di nutrizione e sanitari.
Gli interventi saranno attuati dall’infermiere personale o questo attiverà i servizi supplementari quando necessari e con modalità concordate dall’assistito